Cittadinanza matrimonio - integrazione documentale per origine cognome

Buonasera

mi permetto di chiedere visto che non ho trovato sul forum post relativi a casi simili

Domanda di cittadinanza italiana per matrimonio presentata da mia moglie presso la prefettura competemte 2 anni fà (dicembre 2010).
Ora, con due (!) giorni di anticipo rispetto alla scadenza del termine dei 2 anni, mia moglie ha ricevuto una raccomandata dalla Prefettura in cui si richiede la seguente integrazione documentale:

- attestazione rilasciata dalle competenti autorità diplomatico-consolari giapponesi (mia moglie è giapponese) con la quale si specifichi l'origine del cognome XXXX (YYYY) indicato sul certificato penale atteso che il cognome risulta diverso da quello del certificato di nascita XXXX.

L'apparente differenza risulta dal fatto che su tutti i documenti attuali (quindi il certificato penale ma anche il passaporto) il cognome è quello acquisito dopo il nostro matrimonio (avvenuto in italia ma registrato anche in Giappone) mentre su quello di nascita era quello originario.
L'ironia è che è stato semplicemente aggiunto il mio cognome al suo, ovvero è passato semplicemente da SUONOME a SUONOME (MIONOME). Quindi a mio parere facilmente interpretabile

In ogni caso il problema è che secondo il Consolato Giapponese non esiste alcuna attestazione che loro possano rilasciare in cui ".. i specifichi l'origine del cognome indicato sul certificato penale" (come richiesto dalla Prefettura).

Chiederei quindi se è legittima la richiesta della Prefettura e su come sia possibile rispondere in assenza di questa "attestazione".

In subordine, cosa succederà alla richiesta di Cittadinanza se l'integrazione documentale non viene presentata (per impossibilità appunto ad ottenerla)

Ringrazio in anticipo.

lyskamm ha scritto:

Buonasera

mi permetto di chiedere visto che non ho trovato sul forum post relativi a casi simili

Domanda di cittadinanza italiana per matrimonio presentata da mia moglie presso la prefettura competemte 2 anni fà (dicembre 2010).
Ora, con due (!) giorni di anticipo rispetto alla scadenza del termine dei 2 anni, mia moglie ha ricevuto una raccomandata dalla Prefettura in cui si richiede la seguente integrazione documentale:

- attestazione rilasciata dalle competenti autorità diplomatico-consolari giapponesi (mia moglie è giapponese) con la quale si specifichi l'origine del cognome XXXX (YYYY) indicato sul certificato penale atteso che il cognome risulta diverso da quello del certificato di nascita XXXX.

L'apparente differenza risulta dal fatto che su tutti i documenti attuali (quindi il certificato penale ma anche il passaporto) il cognome è quello acquisito dopo il nostro matrimonio (avvenuto in italia ma registrato anche in Giappone) mentre su quello di nascita era quello originario.
L'ironia è che è stato semplicemente aggiunto il mio cognome al suo, ovvero è passato semplicemente da SUONOME a SUONOME (MIONOME). Quindi a mio parere facilmente interpretabile

In ogni caso il problema è che secondo il Consolato Giapponese non esiste alcuna attestazione che loro possano rilasciare in cui ".. i specifichi l'origine del cognome indicato sul certificato penale" (come richiesto dalla Prefettura).

Chiederei quindi se è legittima la richiesta della Prefettura e su come sia possibile rispondere in assenza di questa "attestazione".

In subordine, cosa succederà alla richiesta di Cittadinanza se l'integrazione documentale non viene presentata (per impossibilità appunto ad ottenerla)

Ringrazio in anticipo.

Il consolato straniero puó peró rilasciare un certificato che dica "XY e XX sono la stessa persona".
Saluti

Grazie per la risposta.

Non sono però sicuro che tale certificato sia esattamente quello che richiede la prefettura (avrebbero chiesto questo se era il caso), anche perchè come detto ci sono pochi dubbi sull'identità della persona.
Immagino invece che il problema della prefettura sia relativo al cognome da dare a mia moglie come cittadina italiana, visto che l'ordinamento italiano (diversamente da tanti Stati stranieri.) non prevede l'acquisizione o l'aggiunta del cognome del marito dopo il matrimonio,
Tra l'altro poi per l'ordinamento giapponese, che prevede di norma il cambio di cognome con quello del marito, nel caso di matrimonio con stranieri (come nel nostro caso) il cognone è solo aggiunto.

Proverò in ogni caso come suggerito ed informerò dell'esito anche come futuro referimento per il forum.

lyskamm ha scritto:

Grazie per la risposta.

Non sono però sicuro che tale certificato sia esattamente quello che richiede la prefettura (avrebbero chiesto questo se era il caso), anche perchè come detto ci sono pochi dubbi sull'identità della persona.
Immagino invece che il problema della prefettura sia relativo al cognome da dare a mia moglie come cittadina italiana, visto che l'ordinamento italiano (diversamente da tanti Stati stranieri.) non prevede l'acquisizione o l'aggiunta del cognome del marito dopo il matrimonio,
Tra l'altro poi per l'ordinamento giapponese, che prevede di norma il cambio di cognome con quello del marito, nel caso di matrimonio con stranieri (come nel nostro caso) il cognone è solo aggiunto.

Proverò in ogni caso come suggerito ed informerò dell'esito anche come futuro referimento per il forum.

LA Prefettura sta commetendo un grave errore, ledendo il diritto per disconoscimento delle normative che regolano queti casi che sono stati semplificati al massimo. Nel suo caso regge la Riforma di diritto internazionale privato italiano (218/95).

Non é lei che deve indicare su quale norma si basano per questa richiesta (non esiste) e comunque non essendoci dubbi sulla identitá devono procedere. Puó comunque anche chiedere un atto di nascita di sua moglie al comune italiano ....e che la Prefettura si aggiorni e legga il Massimario del 2012 del Ministero degli Interni, nel quale é trattato il tema e qualsiasi causa di cambiamento cognome, nel suo caso pag 96 punto 9.3.4.

Aggiorno, come promesso a beneficio futuro del Forum, sulla conclusione della vicenda

Il tutto è finito in realtà in niente in quanto la Prefettura ha ammesso di aver fatto una richiesta di integrazione documentale assurda.. Il problema è però che ho dovuto dimostrarlo io intervenendo di persona.
In pratica ho dovuto recarmi in Prefettura e richiedere un appuntamento con la responsabile dell'ufficio cittadinanza. Nel corso del colloquio le ho illustrato la mancanza di fondatezza (giuridica e documentale nei rapporti con autorità estere) della richiesta così come da loro espressa nella richiesta di integrazione documentale.
Una settimana dal colloquio ed il documento era firmato dal Prefetto. Ora a mia moglie manca solo il giuramento e poi sarà cittadina italiana a tutti gli effetti.

A me è il tutto è costato due mezze giornate perse (una per recarmi al Consolato Giapponese ed una alla Prefettura) ed un ritardo di un mese e mezzo nella concessione della Cittadinanza.
Sembra poco ma non è corretto che le "invenzioni" burocratiche di un ufficio dello Stato costino al cittadino
Inoltre mi domando cosa sarebbe successo se non avessi potuto occuparmi personalmente della faccenda e se al mio posto ci fosse stato qualcun altro senza la mia preparazione giuridica. Se ad esempio in Prefettura ci fosse andata mia moglie non sono sicuro che la cosa si sarebbe risolta così facilmente.

In conclusione esprimo il dubbio sul fatto che il passaggio dele concessioni della Cittadinanza per Matrimonio alle Prefetture sia in realtà una semplificazione, perlomeno non fino a quando la preparazione del personale locale non sarà migliorata.

lyskamm ha scritto:

Aggiorno, come promesso a beneficio futuro del Forum, sulla conclusione della vicenda

Il tutto è finito in realtà in niente in quanto la Prefettura ha ammesso di aver fatto una richiesta di integrazione documentale assurda.. Il problema è però che ho dovuto dimostrarlo io intervenendo di persona.
In pratica ho dovuto recarmi in Prefettura e richiedere un appuntamento con la responsabile dell'ufficio cittadinanza. Nel corso del colloquio le ho illustrato la mancanza di fondatezza (giuridica e documentale nei rapporti con autorità estere) della richiesta così come da loro espressa nella richiesta di integrazione documentale.
Una settimana dal colloquio ed il documento era firmato dal Prefetto. Ora a mia moglie manca solo il giuramento e poi sarà cittadina italiana a tutti gli effetti.

A me è il tutto è costato due mezze giornate perse (una per recarmi al Consolato Giapponese ed una alla Prefettura) ed un ritardo di un mese e mezzo nella concessione della Cittadinanza.
Sembra poco ma non è corretto che le "invenzioni" burocratiche di un ufficio dello Stato costino al cittadino
Inoltre mi domando cosa sarebbe successo se non avessi potuto occuparmi personalmente della faccenda e se al mio posto ci fosse stato qualcun altro senza la mia preparazione giuridica. Se ad esempio in Prefettura ci fosse andata mia moglie non sono sicuro che la cosa si sarebbe risolta così facilmente.

In conclusione esprimo il dubbio sul fatto che il passaggio dele concessioni della Cittadinanza per Matrimonio alle Prefetture sia in realtà una semplificazione, perlomeno non fino a quando la preparazione del personale locale non sarà migliorata.

Grazie per l'aggiornamento. Di fatto é risultato come le avevo risposto io e credo che la sua preparazione giuridica sia dovuta propio al nostro forum o mi sto sbagliando?

Il fatto che ci sia personale pubblico che non sa cosa sta chiedendo all'utente ed ancora meno se ha il diritto o meno di fare certe richieste purtroppo é una grande veritá ed é uno degli scopi ed oggetti di questo forum. INvece di perdere due gg avrebbe potuto benissimo risolvere con l'autotutela senza muoversi dal suo PC o al limite fare un fax e una PEC, ma anche questo spesso non é agevole e i nostri connazionali non sanno come fare nonostante ci siano alcuni che riescono grazie ai molti modelli da adattare di diffide ad adempiere(vedere i libri di Amedeo).

Comunque l'importante che abbia risolto, cosí come le avevo indicato....tale richiesta non era prevista da nessuna norma di legge, o giurisprudenza e meno ancora da Circolari, anzi, la pag da me indicata del Massimario emanato dal Ministero degli Affari Interni, diceva esattamente come dovevano comportarsi Comuni, Prefetture etc.
Saluti e lieti di averla aiutato