salve,
purtroppo siamo reduci da una seconda pratica di adozione non andata a buon fine... un anno fa riuscimmo ad adottare il ns primo figlio, in Ucraina che oggi ha 11 anni vive qui in Italia, è felice di aver lasciato la realtà dell'internat ad avere finalmente un papà ed una mamma.
Il bambino ha una sorella di un anno piu giovane ( oggi 10 anni). I 2 piccoli , tre anni or sono, vennero presi in affido da una donna convivente con la madre. Dopo meno di un anno, tale signora constatando una incompatibilità e soprattutto scarsa sopportazione del piccolo maschietto, effettivamente vivace e pretenzioso di affetto, fece di tutto per renderlo ad un internat, riuscendo in tale obiettivo e dividendolo quindi anche dall'unico legame biologico che gli era rimasto.. la sorella. Il bimbo finì nuovamente in un internat mentre la piccola rimase a vivere nel nucleo famigliare matronale. Sei mesi dopo arrivammo noi ed egli divenne ns. figlio.
Per tale fine, i politici del comune di nascita dei fratellini, ci fecero firmare un impegno a perseguire l'adozione anche della sorellina non appena conclusa tale prima pratica. Chiaramente non rifiutammo. Prima di tornare in italia, incotrammo la sorellina per i doverosi saluti e ne fummo subito innamorati.
Appena tornati in Italia, i due fratelli si sentivano telefonicamente quasi quotidianamente e la piccola era entusiasta di ogni novità. Intanto passava il tempo per la preparazione delle nuove pratiche della 2° adozione.
Giunti alla scorsa estate, la ns pratica venne finalmente depositata. La signora affidataria , venuta a conoscenza di tali ns intenzioni, iniziò una serie di privazioni alla bimba, prima sui tempi telefonici ( spesso permetteva ai fratelli di sentirsi solo ogni 15 gg) poi sul morale della bimba che sempre più era velato di tristezza.
A novembre siamo giunti in Ucraina nella speranza di poter finalmente adottare la piccola e riunire i 2 fratellini... ma è stato praticamente impossibile. Convinti dal ns Ente che occorreva solamente la liberatoria della signora affidataria, veniamo a scoprire invece che tutto dipendeva solamente dal volere della bimba, la quale con visibili dissociazioni comportamentali, affermava il piacere di stare con noi e contemporaneamente negava l'intenzione di voler venire a vivere in Italia con il fratello. Non abbiamo avuto modo di capire delle ragioni importanti per tale decisione.. la piccola non voleva sentir parlare di alcuna realtà italiana, provava disinteresse per la sua cameretta, amici, fotografie, giochi, etc. Cercava solo piccoli doni da poter prelevare e portare nella sua dimora ucraina.
Non vi è stato nulla da fare, non vi è stato alcun supporto da parte dell'Ente, dei servizi sociali locali, politici, insomma nessuno.
Senza tale dichiarazione firmata della piccola non è stato possibile procedere con la nuova pratico di adozione.
La bimba ci ha però esternato piu volte la volontà di venire in vacanza in Italia.
Abbiamo inizialmente provato quando ancora eravamo in Ucraina, ma la signora affidataria non ha voluto sentir ragioni nel lasciare la piccola, per timore di rischi di responsabilità.
Stiamo attualmente tentando di fare venire in Italia la piccola per 2 settimane di vacanze entro il mese di gennaio, sotto consiglio anche dell'ambasciata italiana a Kiev, e come ultima speranza in quanto entro febbraio potremo fissare un ultimo appuntamento al D.A.P.
Pur se seguiamo tale viaggio tramite un associazione specializzata in Italia, al fine di regolarizzare al meglio l'espatro temporaneo della bimba, temiamo di non ottenere nuovamente il permesso della signora e chissà, viste le precedenti pressioni psicologiche.. magari anche l'ennesimo cambio di idea della bimba.
Continuiamo a perseguire tale obiettivo, in quanto siamo ancora convinti che la bimba stia subendo forti pressioni psicologiche tali da impedirle alcuna scelta personale... vorremmo tentare di staccarla dal nucleo in cui sta vivendo per verificare le reali opinioni personali.
Chiediamo se qualcuno ha maggiori informazioni in merito a possibili azioni più decisive e legali in Ucraina, circao al ricongiungimento familiare tra due fratelli minori.
Mi scuso della lunga nota e ringrazio per la pazienza alla lettura.
cordiali saluti
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