Registrazione in Italia di divorzio in Brasile

Buongiorno e Buon Anno a tutti!

La mia situazione è la seguente. Sono cittadino italiano e residente in Italia. Nel 2001 mi sono sposato con una ragazza brasiliana in Brasile. L' atto di matrimonio è stato poi trascritto nel mio comune di residenza in Italia. In Febbraio 2009 ci siamo separati consensualmente con una sentenza del tribunale brasiliano. Dalle informazioni che ho ,dopo un anno posso richiedere il divorzio in Brasile. Per motivi di lavoro, immediatamente dopo la separazione, non ho potuto consegnare i documenti al consolato italiano in Brasile per trasmissione di questi al mio comune italiano di residenza, chiedendo di farlo alla mia EX la quale al momento non lo ha ancora fatto. Quello che vorrei cortesemente chiedervi è se ottenendo il divorzio in Brasile posso comuque , anche se per ora la separazione non è stata trascritta, renderlo legale anche in Italia e come.
Altra domanda che vorrei porvi è la seguente:
ho concordato un mantenimento per la separazione. Essendo non ancora legalmente separato e/o divorziato in Italia, devo comunque rispettare l' accordo fatto con separazione legge brasiliana?

Grazie mille per la risposta
Stefano

La separazione non è necessaria farla trascrivere se si passa drettamente al divorzio in Brasile. Per trascriverlo (validarlo) in Italia come dett infinite volte, dipende se la legge e l'iter brasiliani non siano contrari all'art 64 della L 218/95 e che il divorzio sia sentenziato legalmente da un Tribunale e non da un notaio o da un'autorità amministrativa (più difficoltoso).

Riguardo gli accordi accessori di mantenimento dipende sempre se il divorzio e consensuale o per litis ed in ogni caso, una volta trascritto in Italia, ciò che è irreversibile è solo lo sciogliemnto del vincolo matrimoniale, ma mai gli accessori che possono essrea appellati in qualsiasi momento in cui le condizioni economiche della coppia siano cambiate.

Grazie per la risposta!

Volevo chiederle ancora spiegazioni riguardo al mantenimento. Come scritto , data la non trascrizione della separazione e/o divorzio in Italia, risulto essere ancora sposato. Cosa comporta non rispettare gli accordi sul mantenimento dopo una separazione consensuale come nel mio caso?

Ringrazio anticipatamente per le informazioni.
Stefano

Grosso problema:
ho conosciuto due anni fa una splendida ragazza brasilana, brava , buona , lavoratrice, alle mie domande se era in regola, mi rispondeva che erA sposata con un italiano, e si sentiva in regola, peccato ha sbagliato, per lei ingenua tutto era ok.
Oggi 17 febbraio 2010 , la ragazza si trova nel centro cpe ( centro espulsione ) di bologna, da 20 giorni , perchè trovata senza documenti in regola, tra poche ore verrà rimpatriata , non riesco a trovare suo marito scomparso circa un anno fa , con un'altra donna, non si sa dove sia, naturalmente la mia disperazione per questa ragazza, non la posso raccontare perchè non esiste . E' assistita da un mio avvocato, ma arrivati a questo punto nulla si può fare.a parte il ricorso contro l'espulsione, che probalità ne esistono poche o nulle,
quale è la mia domanda :
qualcuno sa se c'è una soluzione per poterla farla rientrare in italia e naturalmente cercare di regolalizzarla.
Chi vi scrive è il sua amico del cuore .
grazie Francesco

cesco50pd ha scritto:

Grosso problema:
ho conosciuto due anni fa una splendida ragazza brasilana, brava , buona , lavoratrice, alle mie domande se era in regola, mi rispondeva che erA sposata con un italiano, e si sentiva in regola, peccato ha sbagliato, per lei ingenua tutto era ok.
Oggi 17 febbraio 2010 , la ragazza si trova nel centro cpe ( centro espulsione ) di bologna, da 20 giorni , perchè trovata senza documenti in regola, tra poche ore verrà rimpatriata , non riesco a trovare suo marito scomparso circa un anno fa , con un'altra donna, non si sa dove sia, naturalmente la mia disperazione per questa ragazza, non la posso raccontare perchè non esiste . E' assistita da un mio avvocato, ma arrivati a questo punto nulla si può fare.a parte il ricorso contro l'espulsione, che probalità ne esistono poche o nulle,
quale è la mia domanda :
qualcuno sa se c'è una soluzione per poterla farla rientrare in italia e naturalmente cercare di regolalizzarla.
Chi vi scrive è il sua amico del cuore .
grazie Francesco

Se é sposata con italiano non puó essere espulsa...pare strano che non avesse almeno un PDS...comunque se riesce a trovarle il certificato di matrimonio puó scongiurare l'espulsione,chiaro che é passibile di una multa fino a 10.000 euro...
Se invece non é sposata davvero,per poter rientrare deve sí sposarsi e chiedere la cancellazione dal SIS,al momento di richiesta visto.

cesco50pd ha scritto:

Grosso problema:
ho conosciuto due anni fa una splendida ragazza brasilana, brava , buona , lavoratrice, alle mie domande se era in regola, mi rispondeva che erA sposata con un italiano, e si sentiva in regola, peccato ha sbagliato, per lei ingenua tutto era ok.
Oggi 17 febbraio 2010 , la ragazza si trova nel centro cpe ( centro espulsione ) di bologna, da 20 giorni , perchè trovata senza documenti in regola, tra poche ore verrà rimpatriata , non riesco a trovare suo marito scomparso circa un anno fa , con un'altra donna, non si sa dove sia, naturalmente la mia disperazione per questa ragazza, non la posso raccontare perchè non esiste . E' assistita da un mio avvocato, ma arrivati a questo punto nulla si può fare.a parte il ricorso contro l'espulsione, che probalità ne esistono poche o nulle,
quale è la mia domanda :
qualcuno sa se c'è una soluzione per poterla farla rientrare in italia e naturalmente cercare di regolalizzarla.
Chi vi scrive è il sua amico del cuore .
grazie Francesco

E' sufficiente un certificato di matrimonio, come ha giustamente riferito Bostik, per scongiurare l'espulsione. Al limite, se il matrimonio è avvenuto in Italia, lo può anche autocertifcare (per l'immediatezza) riservandosi di produrre il documento effettivo in fase successiva. La legge che garantisce ciò è l'art. 19 del TU 286.

Riuscirà anche a sfuggire anche ad eventuali sanzioni penali, grazie al Decreto Legge n. 30 del 2007 ed alla direttiva europea 38/2004 che il decreto recepisce, anche se non è in possesso di PdS. E' giurisprudenza europea consolidata, infatti, che il coniuge/parente di cittadino UE (o italiano nel caso) può subire solo sanzioni proporzionate al caso ed al ritardo nel premunirsi di titolo di soggiorno e la sanzione penale appare, ovviamente, sproporzionata per il caso in questione.

Un saluto,

Per le sanzioni penali ho le mie riserve anche se concordo con Amedeo.
Direi che a rafforzare le risposte citerei la
Corte giustizia CE, grande sezione, 25 luglio 2008, n. 127

CE 29 aprile 2004 n. 38/2004 art. 3 DIR.CONS.


Unione europea - Ce - Circolazione delle persone - Cittadinanza dell'Unione - Diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri - Familiari cittadini di Paesi terzi - Diritti di circolazione previsti dalla direttiva - Subordinazione alla data e al luogo del loro matrimonio, né alle modalità di ingresso nello Stato di accoglienza - Esclusione.

L'art. 3, n. 1, della direttiva n. 2004/38/Ce dev'essere interpretato nel senso che il cittadino di un Paese terzo, coniuge di un cittadino dell'Unione che soggiorna in uno Stato membro di cui non ha la cittadinanza, il quale accompagni o raggiunga il detto cittadino dell'Unione, gode delle disposizioni di tale direttiva, a prescindere dal luogo e dalla data del loro matrimonio nonché dalla modalità secondo la quale il detto cittadino di un Paese terzo ha fatto ingresso nello Stato membro ospitante.

Seppur é vero che la direttiva é diretta al cittadino di un Paese terzo, coniuge di un cittadino dell'Unione che soggiorna in uno Stato membro di cui non ha la cittadinanza il criterio di collegamento giurisprudenziale per far valere il principio anche ai cittadini italiani residenti in Italia, é dato dall'art 23 della L 30/2007 (Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare):
Applicabilita' ai soggetti non aventi la cittadinanza italiana
che siano familiari di cittadini italiani
Art. 23.

1. Le disposizioni del presente decreto legislativo, se piu' favorevoli, si applicano ai familiari di cittadini italiani non aventi la cittadinanza italiana.